L’uomo di ferro: Il grande Andrzej Wajda

, October 9, 2019
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Regista cinematografico e teatrale, sceneggiatore e scenografo, uno dei cineasti più famosi al mondo e vincitore di un premio Oscar per la carriera nel 2000. Wajda è deceduto il 9 ottobre 2016.

Andrzej Wajda è uno dei registi polacchi più importanti e co-fondatore della scuola di cinema polacca. Nasce il 6 marzo 1926 a Suwałki, in Polonia. 

 La sua incredibile storia inizia negli anni 1946–50. Andrzej Wajda prima di dedicarsi al cinema, studiò pittura all’Accademia di Belle Arti di Cracovia. E’da sempre associato ad un’artista del dopoguerra della Polonia grazie alla sua serie di Rozstrzelania Executions , risalente alla fine degli anni ’40. Qui raffigura scene visivamente espressive della Polonia occupata dai nazisti, figure umane brutalmente deformate e fatte a pezzi.

Ilustracja
Source: By Édouard Manet – The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202., Domena publiczna

Come registra invece ha debuttato nel 1956 con il film Pokolenie / Generation. È una storia di giovani nella Polonia occupata dai nazisti che entrano nella Gwardia Ludowa, un’organizzazione armata comunista organizzata dall’Unione Sovietica a guida del Partito dei lavoratori polacco.

È stato un regista estremamente profilico versatile. Ha realizzato film psicologici, storici, politici e adattamenti di opere di finzione. In ciascuno di questi generi, l’artista ha creato immagini che sono entrate permanentemente nella storia del cinema polacco.

Capolavori: L’uomo di marmo e L’uomo di ferro

Come abbiamo visto è stato un grande appassionato di storia polacca, i suoi primi film erano stati dedicati alla dolorosa esperienza della Seconda Guerra Mondiale e alla resistenza polacca ai nazisti, che occuparono il Paese per 6 anni. Ma la sua consacrazione internazionale arriva con con L’uomo di marmo, nel 1976, con cui aveva ottenuto il Premio della Critica internazionale di Cannes, nel 1978.

La storia di Mateusz Birkut, un esemplare lavoratore del periodo stalinista della Polonia socialista, la cui vita è tracciata e registrata da una studentessa di cinema di nome Agnieszka che scrive di lui nella sua tesi. Il film è una finestra sulla realtà degli anni ’50 in Polonia e sulla situazione politica degli anni ’70. Il critico Waldemar Piątek scrisse: “L’uomo di marmo”mostra la tragedia delle persone che credevano nel senso dei cambiamenti comunisti e finirono per essere distrutte dal sistema.

L’Uomo di ferro invece è un film del 1981 e racconta la storia del sindacato polacco ‘Solidarnosch’, in cui aveva militato, e del suo leader Lech Walesa: con la pellicola vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1981 e fu candidato all’Oscar l’anno successivo. Considerato uno dei cineasti polacchi di maggior rilievo, era stato nominato all’Oscar nella categoria miglior film straniero in tre occasioni: oltre che per l’Uomo di Ferro, anche per La terra della Grande Promessa e nel 2008 per Katyn.

Il grande regista polacco si il 9 ottobre per un’insufficienza polmonare, dopo esser stato in coma per giorni. Wajda, quell’anno era atteso a Roma per l’11esima edizione della Festa del Cinema.

 

 

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