Varsavia, 19 aprile 1943. Nel ghetto della Capitale polacca, gli ebrei iniziano una disperata rivolta contro la cosi detta: soluzione finale. La resistenza ebraica, spara sulle truppe tedesche guidate dal comandante Sammern-Frankenegg, colte di sorpresa dall’imboscata. E’ la prima volta che un gruppo organizzato di ebrei si difende. I tedeschi si ritirano, ci sono morti e feriti.
Dopo il fallimento della prima incursione nel ghetto, il comando delle truppe tedesche passa a Jürgen Stroop. Sarà lui ad avere ragione della rivolta del ghetto dopo quasi un mese: il 16 maggio 1943.
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I combattenti della Resistenza ebraica risposero con assalti sporadici dai loro bunker, ma i Tedeschi rasero al suolo il ghetto in modo sistematico.
Sebbene le forze tedesche riuscirono a piegare la Resistenza armata pochi giorni dopo l’inizio della rivolta, sia singoli individui che gruppi di abitanti continuarono a combattere contro i Tedeschi per quasi un mese.
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Come simbolo della vittoria tedesca, Stroop ordinò la distruzione della Sinagoga Grande di via Tlomacki, il 16 maggio 1943. Anche il ghetto fu distrutto. Secondo il rapporto scritto da Stroop, durante la rivolta 56.065 Ebrei erano stati catturati e 631 bunker distrutti, mentre le sue unità avevano ucciso fino a 7.000 Ebrei.
La rivolta del ghetto di Varsavia rappresentò la rivolta ebrea più estesa e simbolicamente più importante, nonché la prima rivolta urbana nell’Europa occupata dai Tedeschi.