Germania, Francia, Italia e Malta hanno raggiunto un accordo sulla ridistribuzione dei migranti salvati in mare.
Le proposte sono state approvate in una riunione speciale nella città costiera fortificata di Birgu a Malta , poco dopo che il nuovo governo italiano della coalizione di sinistra ha accettato di aprire uno dei suoi porti a una seconda nave delle ONG che trasportava 182 persone.
L’accordo si applicherà per le prossime due settimane, fino a una riunione dei ministri degli interni dell’Unione europea prevista per l’8 ottobre. L’EU spera in un coinvolgimento più ampio dei paesi membri.
Grazie alla loro posizione nel Mediterraneo, l’Italia e Malta, insieme a Grecia e Spagna, sono state le principali destinazioni per i migranti che cercano una nuova vita in Europa. Le attuali norme dell’UE affermano che i rifugiati e altri richiedenti asilo devono rimanere nel paese in cui arrivano ma la maggior parte dei migranti spera di raggiungere il nord Europa per trovare lavoro o ricongiungersi con i familiari che sono emigrati con successo lì.
Per questo motivo si è pensato di introdurre un sistema a livello UE per ridistribuire i rifugiati che sono entrati nei confini dell’UE.
Italia e Malta si lamentano da tempo di essere state lasciate sole ad affrontare centinaia di migliaia di migranti che hanno attraversato il Mediterraneo negli ultimi anni.
Francia e Germania guidano gli sforzi per dimostrare che l’Italia non sarà lasciata sola nella gestione degli arrivi di migranti dal Nord Africa.
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Tuttavia, la politica migratoria continua a dividere gli Stati membri dell’UE, anche se il numero di persone che effettuano la pericolosa traversata del Mediterraneo centrale è fortemente diminuita negli ultimi anni.
La commissione europea desidera che tutti gli Stati membri siano coinvolti nel programma, ma sono molti i Paesi membri che si oppongono.
La Polonia infatti si chiama fuori dalla redistribuzione del 10 per cento dei clandestini che sbarcano in Italia. Il governo di Varsavia accoglie solo chi condivide, con i polacchi, lingua, tradizioni e cultura.
Il concetto è stato chiarito a scanso di equivoci da Anna Maria Anders, la nuova ambasciatrice polacca a Roma.
Source: la stampa
Intervistata da La Stampa, la diplomatica spiega che L’Ue vuole la redistribuzione, ma la Polonia non ha intenzione di cambiare il suo punto di vista. Varsavia fa già tantissimo. In Polonia ci sono due milioni di ucraini fuggiti da zone di guerra. Al di là del gran bisogno di manodopera, la popolazione ucraina è integrata molto bene in Polonia. Questo perché la cultura le tradizione e la lingua sono molto simili.
L’ambasciatrice ha inoltre sottolineato come il ruolo del cristianesimo è molto importante perché rappresenta un collante per l’intera nazione. Per questo motivo la condivisione degli ideali, sopratutto religiosi è qualcosa che deve essere rispettata.
“Per quasi mezzo secolo non abbiamo avuto la possibilità di mostrare le nostre bandiere, di manifestare liberamente, di cantare i nostri slogan e l’inno. Ora abbiamo la libertà di farlo e non è possibile essere liquidati come nazionalisti solo perché sveliamo con orgoglio la nostra identità”.