”Allenare la Nazionale è motivo di orgoglio per chiunque. penso sia il momento giusto per me. Il periodo è difficile e molto va fatto. Ho pensato che questo potesse essere il momento giusto”, ha aggiunto.
”Sarà una sfida difficile ma bella – le parole di Roberto Mancini – nella vita nulla è semplice. E’ difficile accontentare tutti i tifosi, vincendo un trofeo con l’Italia, però possiamo unire”. ”Buffon? Gli parlerò in vista dell’amichevole del prossimo 4 giugno”, ha aggiunto il neo commissario tecnico dell’Italia.
”Ai giocatori chiederò di tirare fuori i loro sogni – ha aggiunto il neo commissario tecnico – Qui ci sarà spazio per tutti. De Rossi? Chi è stato importante ed è ancora il migliore sarà chiamato. Parlerò anche con lui”. ”Voglio conoscere meglio tutti i giocatori prima di decidere come giocheremo – ha sottolineato – Il modulo lo deciderò in base alle caratteristiche”.
Dal 15 Maggio 2018 il cinquantaduesimo allenatore della nazionale italiana è uffcialmente Roberto Mancini, e lo sarà fino al 2020.
“Roberto Mancini aveva questo grande desiderio di sedere sulla panchina azzurra e lo ha dimostrato anche con fatti concreti. Speriamo adesso di lavorare bene e basta”, ha detto il commissario Figc Fabbricini, dopo l’accordo.
“La giornata si è conclusa come volevamo, siamo contenti e anche Roberto è contento. È stata una formalizzazione di un discorso che era praticamente concluso.” Conclusa la sua avventura allo Zenit dopo la risoluzione consensuale ufficializzata ieri, l’ex tecnico di Lazio, Fiorentina e Inter non ha voluto aspettare oltre ed è volato subito a Roma.
“Roberto Mancini ha dimostrato di volere moltissimo questo ruolo, facendo un gesto importante, apprezzato, di rinunciare a molti anni di contratto con lo Zenit e credo che questo, nel contesto storico che stiamo vivendo, un allenatore della Nazionale Italiana lo dovesse dare. Poi è sempre difficile parlare di scelta migliore, ma io penso questa di Mancini sia una scelta giusta”, il viatico del n.1 del Coni Giovanni Malagò.
L’ex Zenit resterà sulla panchina azzurra fino all’Europeo 2020 con un ingaggio, si dice, di circa due milioni all’anno. Il suo compito sarà quello di risollevare le sorti del calcio italiano, uscito con le ossa rotte dall’eliminazione dal Mondiale di Russia.
Il nuovo allenatore dovrebbe debuttare il 28 maggio a San Gallo nell’amichevole contro l’Arabia Saudita e guidare l’Italia nella Nations League, che partirà il prossimo 6 settembre e che vede gli azzurri nel girone con Portogallo e Polonia e nelle qualificazioni per gli Europei 2020.
Il 53enne tecnico jesino figurava de sempre nella ristretta rosa di nomi che il duo Fabbricini-Costacurta aveva in testa per il nuovo corso. Mancini che da allenatore già vanta un curriculum di spessore fatto di tre scudetti (con l’Inter dal 2005 al 2008), 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, una Premier League (col Manchester City nel 2001-2012), una Coppa d’Inghilterra, una Community Shield, una Coppa di Turchia (col Galatasaray nel 2013-2014). Mancini ha anche vinto la ‘Panchina d’Oro’ nella stagione 2007-2008. Alla guida dello Zenit ha chiuso al quinto posto nel campionato russo, non riuscendo a qualificarsi per la Champions ma solo ai preliminari di Europa League.